Home Blog Page 4

Donna e mastectomia: Ripercussioni del tumore al seno sulla sessualità

Il tumore al seno aggredisce quella parte del corpo che rappresenta e parla della propria femminilità e intimità in tutte le sue accezioni (materna, erotica, simbolica) alterando la percezione che si ha di sé e impattando come uno tsunami sulla sessualità devastandola e riducendola ai minimi termini.

Combattere il tumore significa confrontarsi con il tumore e con gli interventi terapeutici (chirurgia e ricostruzione, chemioterapia, ormonoterapia) ogni giorno in una lotta contro il tempo.

Combattere il tumore significa interfacciarsi con i cambiamenti fisici e psichici ad esso associati come la perdita dei capelli causata dalla chemioterapia, l’aumento o la perdita di peso, lo scarso benessere mentale (ansia, depressione), la bassa autostima e la sensazione di una difficoltà di comprensione con il partner

Combattere il tumore significa confrontarsi con le forti ripercussioni sull’immagine corporea, sulla salute mentale e sulla qualità della prorpia vita sessuale.

Una lotta che lascia i suoi segni. Sul corpo e nell’anima.

Inoltre, la distorta percezione dell’immagine corporea unitamente ai trattamenti possono compromettere drammaticamente la sessualità della donna e della coppia, da un punto di vista sia biologico sia psicosessuale.

Problemi sul piano del desiderio, dell’eccitazione, della capacitàorgasmica e della soddisfazione ad essa correlata, dispareunia, secchezza vaginale, tensione muscolare, sono all’ordine del giorno nelle donne mastectomizzate.Una mastectomia totale, ad esempio, oltre a generare un sentimento di crisi dell’identità, un senso di perdita irreparabile e di rabbia, spesso comporta una sensibile diminuzione del piacere alla stimolazione al seno che unita alla vergogna di mostrare le cicatrici al proprio partner porta durante il rapporto ad evitare qualsiasi stimolazione di quella zona, riducendo la componente ricettiva del desiderio sessuale.

Se a questo corollario aggiungiamo anche le ripercussioni della menopausa iatrogena da chemioterapici o una menopausa naturale non trattabile con la terapia ormonale sostitutiva va da se come tutto ciò possa devastare il senso di femminilità e di erotismo della donna.

L’influenza negativa di tutti questi fattori organici, emotivi e psicologici sulla risposta sessuale può essere ulteriormente condizionata se il partner non riesce a rapportarsi in modo corretto alla malattia.

Nascono le prime incomprensioni che via via minano il rapporto di coppia. La coppia perde così la propria intimità sia affettiva sia sessuale, entrambi i partner si chiudono sempre di più nelle loro paure e insicurezze.

Il sentirsi poco desiderabile, la paura di essere rifiutato o non accettato dal proprio partner per un corpo che porta i segni evidenti di un intervento, la paura di poter procurare dolore al partner o di richiedergli delle prestazioni a cui non è interessato creano sempre più distanza.

Altre volte le ritrosie determinate da un impedimento fisico come la dispareunia o l’atrofia vulvovaginale possono essere facilmente scambiate per scarso interesse, rifiuto e insensibilità andando a minare il rapporto più stabile. Tutto ciò rende difficile gestire il rapporto affettivo e sessuale con il partner che spesso, inconsapevole della reale serietà del problema, pensa che la compagna “esageri” o che non voglia avere rapporti sessuali.

Inoltre, vivere la sessualità come dovere, come paura di perdere il rapporto, come rottura dell’armonia fisica, finisce per determinare un cattivo tono dell’umore e una serie di resistenze, evitamenti della vicinanza e anche dell’affettività. Si nutrono sentimenti difficili come la rabbia, l’aggressività verbale, le esplosioni di conflitti, contrasti che nascono dalla sensazione di non essere capiti e amati.

Seppur prevale il bisogno di unione, ci sentiamo confusi e in bilico tra la voglia di restare e quella di andare! Se manca una reciproca capacità di comunicare (e quasi sempre manca) e viene meno la negoziazione, inevitabilmente le prime incomprensioni, le prime delusioni, i primi conflitti, vanno ad accentuarsi fino a portare alla crisi.

In questi casi la terapia di coppia consente ad entrambi i partner di ristabilire una vita sessuale attiva a partire dall’affrontare gli inevitabili cambiamenti inerenti la vita sessuale stessa.

L’apporto dell’intervento psico-sessuologico è duplice.

Da una parte consente ad entrambi i membri della coppia di effettuare una scelta valoriale dell’altro basata sul godere di ciò che l’altro offre di positivo e sul valorizzare la relazione.

Dall’altra interviene anche con tecniche di rilassamento, tecniche mansionali proprie della terapia sessuologica (Esercizi di Kegel, esplorazione dei genitali, ecc) etecniche ipnotiche in modo da andare a lavorare sui condizionamenti fisiologici del ciclo di risposta sessuale dovuti alla patologia e dalla cura antitumorale in modo da interromperne il circolo vizioso.

Infertilità maschile, la prevenzione primaria esiste

di: Fabrizio Gallo

Di fronte al crescente problema dell’infertilità di coppia una parte molto importante del lavoro del medico deve essere rivolta innanzitutto alla prevenzione primaria, cioè all’individuazione ed eliminazione dei fattori di rischi per infertilità maschile.

Ecco un decalogo di indicazioni che ogni maschio dovrebbe seguire nel caso di ricerca di un concepimento.

1)Seguire un’alimentazione sana. E’ fondamentale consumare cibi a base di antiossidanti come frutta e verdura, cereali integrali, proteine magre e latticini scremati. Inoltre, gli alimenti dovrebbero essere cucinati con tecniche salutari (per esempio, cotture al forno o alla griglia piuttosto che fritte). Gli antiossidanti possono migliorare la qualità degli spermatozoi

2) Fare regolarmente attività fisica. Un esercizio fisico costante contribuisce a mantenere l’organismo sano, aumentando di conseguenza anche la fertilità.

Tuttavia, sarebbe meglio evitare alcuni sport come il ciclismo, il motociclismo o e l’equitazione che possono favorire il traumatismo e la flogosi degli organi genitali e favorire gli sport aerobici, soprattutto il nuoto e il jogging.

3) Mantenere o raggiungere un peso nella norma. Le persone sottopeso, in sovrappeso o obese hanno un maggior rischio di sviluppare disturbi metabolici e anomalie del liquido seminale.

4) Mantenere sotto controllo lo stress. La tensione emotiva non interferisce solo con la salute sessuale, ma può anche innescare dei cambiamenti ormonali che influiscono sulla produzione spermatica, riducendo quindi la fertilità.

5) Prevenire le complicanze delle malattie sessualmente trasmissibili (MST). In caso di dubbio di esposizione al contagio è opportuno eseguire gli esami del caso in modo da sottoporsi eventualmente ad un ciclo di cure.

6) Smettere di fumare. Il fumo di sigaretta sia attivo che passivo può influenzare negativamente la qualità del liquido seminale, soprattutto nei medi e forti fumatori. Inoltre, il fumo di

marijuana determina un drastico peggioramento delle prestazioni sessuali e della fertilità.

7) Non assumere droghe (eroina, anfetamine, ectasy) o sostanze dopanti il cui effetto cronico sull’apparato genitale determina una grave degenerazione del liquido seminale.

8) Bere alcolici con moderazione. Gli uomini che bevono troppo alcol hanno una conta spermatica bassa.

9) Evita il calore eccessivo. Sebbene gli studi non abbiano portato a risultati certi, esistono alcune prove a dimostrazione del fatto che l’esposizione ad una quantità eccessiva di calore nell’area inguinale riduca la conta spermatica.

10) Evitare l’esposizione eccessiva a radiazioni e a sostanze chimiche dannose. Si è riscontrato che l’esposizione a metalli pesanti, raggi X, radiazioni e pesticidi influisca negativamente sulla produzione di spermatozoi e possa causare l’infertilità negli uomini.

In caso di mancato concepimento dopo 6-12 mesi si raccomanda sempre una visita andrologica

medico deve essere rivolta innanzitutto alla prevenzione primaria, cioè all’individuazione ed eliminazione dei fattori di rischi per infertilità maschile.

Ecco un decalogo di indicazioni che ogni maschio dovrebbe seguire nel caso di ricerca di un concepimento.

1) Seguire un’alimentazione sana. E’ fondamentale consumare cibi a base di antiossidanti come frutta e verdura, cereali integrali, proteine magre e latticini scremati. Inoltre, gli alimenti dovrebbero essere cucinati con tecniche salutari (per esempio, cotture al forno o alla griglia piuttosto che fritte). Gli antiossidanti possono migliorare la qualità degli spermatozoi

2) Fare regolarmente attività fisica. Un esercizio fisico costante contribuisce a mantenere l’organismo sano, aumentando di conseguenza anche la fertilità.

Tuttavia, sarebbe meglio evitare alcuni sport come il ciclismo, il motociclismo o e l’equitazione che possono favorire il traumatismo e la flogosi degli organi genitali e favorire gli sport aerobici, soprattutto il nuoto e il jogging.

3) Mantenere o raggiungere un peso nella norma. Le persone sottopeso, in sovrappeso o obese hanno un maggior rischio di sviluppare disturbi metabolici e anomalie del liquido seminale.

4) Mantenere sotto controllo lo stress. La tensione emotiva non interferisce solo con la salute sessuale, ma può anche innescare dei cambiamenti ormonali che influiscono sulla produzione spermatica, riducendo quindi la fertilità.

5) Prevenire le complicanze delle malattie sessualmente trasmissibili (MST). In caso di dubbio di esposizione al contagio è opportuno eseguire gli esami del caso in modo da sottoporsi eventualmente ad un ciclo di cure.

6) Smettere di fumare. Il fumo di sigaretta sia attivo che passivo può influenzare negativamente la qualità del liquido seminale, soprattutto nei medi e forti fumatori. Inoltre, il fumo di

marijuana determina un drastico peggioramento delle prestazioni sessuali e della fertilità.

7) Non assumere droghe (eroina, anfetamine, ectasy) o sostanze dopanti il cui effetto cronico sull’apparato genitale determina una grave degenerazione del liquido seminale.

8) Bere alcolici con moderazione. Gli uomini che bevono troppo alcol hanno una conta spermatica bassa.

9) Evita il calore eccessivo. Sebbene gli studi non abbiano portato a risultati certi, esistono alcune prove a dimostrazione del fatto che l’esposizione ad una quantità eccessiva di calore nell’area inguinale riduca la conta spermatica.

10) Evitare l’esposizione eccessiva a radiazioni e a sostanze chimiche dannose. Si è riscontrato che l’esposizione a metalli pesanti, raggi X, radiazioni e pesticidi influisca negativamente sulla produzione di spermatozoi e possa causare l’infertilità negli uomini.

In caso di mancato concepimento dopo 6-12 mesi si raccomanda sempre una visita andrologica

L’ offensiva virale e la coppia: HIV e HPV

di: Gianfaldoni Roberto e Gianfaldoni Serena

La cute rappresenta la facciata monumentale dell’organismo e non può nascondere le alterazioni che dovessero alterarne la salute.

Nel rispetto della regola “Intus et in cute, intus ut in cute”, la pelle può segnalare l’infezione da HIV fin dalle prime fasi della malattia che, quanto meno, possono suscitare un sospetto diagnostico da verificare con accertamenti probanti per un tempestivo intervento terapeutico.

Segni cutanei iniziali da infezione da HIV possono essere un’eruzione eritematosa (rash) al tronco e agli arti, a spontanea remissione, e la comparsa di una linfoadenopatia diffusa di difficile riferimento anamnestico.

Altri sintomi cutanei precoci e frequenti di immunosoppresione: episodi ricorrenti di HSV e Varicella-Zoster, verruche da HPV inconsuete, dermatite seborroica severa, leucoplachia orale ipertrofica e, talora, la precoce comparsa del Sarcoma di Kaposi, stavolta diagnostica.

Le infezioni da HPV possono comparire in qualsiasi fase della malattia da HIV sia sulle mucose che sulla cute.

Si tratta di verruche inconuete: quasi sempre di grosse dimensioni, multiple e, spesso, di difficile trattamento.

Si segnala anche la comparsa di carcinomi baso e squamocellulari cutanei e mucosi, verosimilmente associati all’infezione da HPV nel paziente immunocompromesso.

Altri campanelli d’allarme cutanei osservati: Scabbia “Norvegese”, Infezioni da Demodex Folliculorum, Pityriasi Rosea, Stomatite Aftosa, Fotosensibilità e altri, imputabili, stavolta, alle difese dell’organismo stravolte dall HIV.

Sessualità negli uomini anziani: un taboo da abbattere

di: Stefano Eleuteri

L’attività sessuale è sicuramente considerata un aspetto fondamentale della vita nei giovani e negli adulti; nella terza età è invece stata considerata per lungo tempo un taboo.

Nonostante, infatti, la popolazione del mondo occidentale, soprattutto in Italia, sia composta in gran parte da ultra-sessantacinquenni, la nostra cultura è sicuramente considerabile “ageista”: tende cioè a valorizzare tutto ciò che è giovane e a discriminare gli anziani.

Rispetto alla sessualità questa concezione è stata a lungo tempo preponderante, con un diffuso stereotipo che la vedeva come di stretta pertinenza del giovane e dell’adulto ed una visione dell’anziano come “asessuato”, in quanto considerato non sessualmente attraente e non interessato a tali attività. Il sesso tra gli anziani veniva quindi interpretato come qualcosa di “disgustoso” o considerato semplicemente divertente e ridicolo.

Negli ultimi anni i comportamenti sessuali negli anziani hanno iniziato ad essere visti in modo maggiormente normativo.

Probabilmente ciò è dovuto anche all’allungamento generale dell’aspettativa di vita ed al maggior numero di persone anziane che non riportano grandi problemi di salute, ovvero al prolungamento dell’aspettativa della cosiddetta “vita attiva”.

Inoltre, lo sviluppo di farmaci specificamente indirizzati alle disfunzioni sessuali ha incrementato l’interesse per una fascia di popolazione prima del tutto esclusa dal “marketing del sesso”.

La sessualità nella terza età è stata quindi col tempo sganciata da questo aspetto di taboo e riconsiderata come connessa ad aspetti di salute: riduce la tensione, permette uno stato di vicinanza con l’altro, è basata più su aspetti “ricreativi” che “procreativi”.

Una regolare attività sessuale sembra contribuire infatti al benessere fisico e psicologico, riducendo anche i problemi di salute connessi all’invecchiamento.

Sicuramente l’attività sessuale nell’anziano presenta aspetti differenti rispetto all’età generativa, aspetti che sono stati considerati in alcune ricerche condotte, seppure scarsamente rappresentative. Sembra, ad esempio, che in questa fase la sessualità sia più connessa all’affettività e meno “prestazionale” (Fabrizi, Simonelli, 2002): alla fisiologica diminuzione della performance fisica si accompagna, infatti, un incremento dell’esperienza e della conoscenza di se stessi e degli altri, aspetti anch’essi fondamentali nel comportamento sessuale.

È emerso nella letteratura scientifica che in questa fase sia frequente una riduzione dell’interesse per il sesso negli anziani (Gott, Hinchliff, 2003) connessa a cause differenti: livello globale di salute, maggiore presenza di disfunzioni sessuali, problemi di ordine pratico.

Tuttavia, nei casi in cui avviene, questa diminuzione pare più connessa all’insorgenza di problematiche che ad aspetti puramente fisiologici (Taylor, Gosney, 2011): basti pensare che in una recente ricerca condotta negli Stati Uniti (Herbenick et al., 2010) è emerso come quasi metà degli uomini ultrasettantenni praticassero la masturbazione.

Questo sembra un chiaro indicatore della continuità dell’espressione sessuale durante tutto l’arco di vita: il desiderio e gli interessi sessuali si mantengono, infatti, lungo tutto il corso dell’esistenza e sono aspetti considerati sempre come molto importanti.

Le condizioni generali di salute (sia fisica che psicologica) sono uno dei fattori principali da considerare tra quelle che vanno a minare il benessere sessuale. E’ chiaramente emerso (DeLamater, 2012) come peggiori sono le condizioni di salute, minore è l’importanza che viene data all’attività sessuale.

Questo è vero per tutte le età, anche se sicuramente risulta più evidente nelle persone anziane. L’andropausa, la fase dello sviluppo sessuale che nell’uomo precede la terza età, comporta dei cambiamenti a livello genitale che, se non sempre coincidono con problemi sessuali, molto frequentemente necessitano un adattamento alle nuove necessità.

La sessualità in questi anni dipenderà molto dal modo in cui gli eventuali partner riusciranno ad adattarsi a queste nuove necessità; allo stesso modo avrà un influenza preponderante il grado di importanza che è stato dato alla sessualità nel corso della propria vita… alcune teorie psicologiche (Berger, 1996) suggeriscono, infatti, che ci sia sempre infatti una sorta di “continuità” nell’invecchiamento rispetto ai valori ed agli interessi.

Alcune malattie molto diffuse nella terza età (dislipidemia, ipertensione, diabete mellito, depressione…) sono importanti fattori di rischio nello sviluppo di disfunzioni sessuali. Tra gli uomini anziani il problema più diffuso è sicuramente la Disfunzione Erettile.

La capacità di mantenere l’erezione sicuramente diminuisce con l’avanzare dell’età.

E’ quindi evidente come tale disturbo sia maggiormente presente negli anziani.

Da ormai quindici anni sono stati tuttavia lanciati sul mercato farmaci appositi (gli inibitori della fosfodiesterasi) che possono essere prescritti per risolvere tali problematiche.

Problemi di ordine pratico, come la mancanza di un partner o scarsa salute del partner, sono invece tra le cause principali per la diminuzione dell’interesse verso il sesso nella terza età.

Anche l’istituzionalizzazione o l’impossibilità di avere una privacy con il proprio partner sono ostacoli al benessere sessuologico degli anziani.

Troppo spesso l’interesse sessuale degli anziani istituzionalizzati viene percepito come un problema comportamentale piuttosto che come l’espressione di un bisogno profondo che viene loro negato!

Sicuramente il pregiudizio dell’anziano “asessuato” crea la barriera più grande.

Da una parte gli stessi soggetti sono riluttanti, per imbarazzo dovuto alla cultura o magari proprio perché non percepiscono la sessualità come un loro diritto, a cercare un aiuto specialistico per risolvere problemi o anche semplicemente per discutere di dubbi rispetto ai cambiamenti del funzionamento sessuale, riconoscendo spesso al medico di medicina generale la maggiore expertise anche rispetto alla propria salute sessuale.

Allo stesso modo un professionista della salute, se non accuratamente formato, trova difficoltà a parlare di sesso con una persona anziana ed è meno predisposto ad indagare la sua storia sessuale o a proporre soluzioni quando emergono dei problemi in questa sfera.

Le persone anziane dovrebbero invece poter esercitare i propri diritti sessuali, consapevoli del benessere psico-sociale connesso alla sfera sessuo-affettiva in tutto l’arco di vita, e ricercare un aiuto specialistico con professionisti esperti nel settore sessuologico qualora si presentino difficoltà.

La senilità, una parte così lunga della nostra vita, potrebbe così essere vissuta più pienamente. Allo stesso modo è importante che i professionisti della salute e le società scientifiche facciano il massimo per modificare lo stereotipo che vede la sessualità solo come componente fondamentale della vita attiva, così che si tenga sempre in maggiore considerazione tale aspetto come importante lungo tutto l’arco di vita.

La stagione della sessualità

di: Andrea Panunzi

È in arrivo l’estate… la stagione felice, laddove nel nostro immaginario collochiamo il mare, le vacanze… le ferie.

I raggi del sole non scaldano solo le giornate ma anche il nostro corpo.

E se la primavera è considerata la stagione dell’amore… Beh l’estate è senza dubbio la stagione della sessualità. In questo periodo infatti si amplificano i diversi sistemi di comunicazione, il sistema ormonale, il linguaggio del corpo, la sfera cognitivo-emozionale. Con le giornate che si allungano e diventano via via più calde, si tende a scoprire e a mostrare, più o meno inavvertitamente, parti del corpo rimaste coperte per il resto dell’anno.

Un abbigliamento sempre più minimal, l’abbronzatura che addolcisce la fisionomia del corpo mentre rende più accattivanti le parti salienti arricchite da creme e oli profumati.

Il sedere, lo strumento ancestrale di seduzione per eccellenza ed il seno, strumento sessuale acquisito da quando l’uomo ha assunto la posizione eretta e ha iniziato ad accoppiarsi frontalmente, sono sempre più curati ed in evidenza.

Ad alimentare la fiamma della passione sta ovviamente la percezione della vacanza, l’idea o la concretezza di una fuga dalla quotidianità, da quella realtà stressante di tutti i giorni che rende il nostro animo libero, la mente svincolata da inibizioni ed incline a desideri passionali.

Ed è proprio nella mente il vero innesco della nostra sessualità estiva, là dove lo stress lascia spazio al relax, aumenta la percezione di noi stessi e l’apprezzamento del nostro corpo .

Un gioco di sensazioni ed emozioni positive che coinvolgono tutti i sensi, elevando quindi la nostra percezione passionale ed emozionale. Anche gli ormoni sono dalla nostra parte dal momento che l’aumento del desiderio sessuale sembra sia sostenuto dall’aumentato livello di testosterone causato dall’incremento della vitamina D indotta dai raggi solari. Il summer style di conquistare se stessi, dedicandosi maggiori cure del corpo, massaggi, una frenetica attività sportiva, diete dell’ultimo minuto… è agevolato dal sole e dalla bella stagione ma è tutto finalizzato a completare la sensazione del “sentirsi meglio” e arrivare pronti all’estate e comunque nella forma fisica più accattivante possibile.

Questo appaga il nostro ego, rafforza il corpo e la nostra autostima e ci predispone al confronto con gli altri… lasciandoci trasportare e trascendere in un gioco di alchimia e seduzione  dettato da un qualunque stimolo esterno (profumi, odori, suoni…una passeggiata in riva al mare).
Può bastare lo sfiorarsi di corpi appena sudati e accaldati mentre si corre al parco, un sguardo rubato tra i lettini in riva al mare, immergere il proprio corpo nell’acqua vicino a qualcuno di cui notiamo un insieme di dettagli accattivanti… per amplificare le nostre sensazioni e le nostre predisposizioni ad avere un “contatto”, eliminando facilmente le inibizioni… e lasciando spazio solo al desiderio.

Magie interpretative dei nostri cinque sensi che ancora una volta sono l’ innesco fondamentale di una appagante sessualità. L’aumentato desiderio sessuale e della disinibizione induce un incremento dei contatti sessuali estivi, spesso saltuari che ci impongono particolare attenzione per la prevenzione delle malattie trasmissibili.

Vivere liberamente la propria sessualità non vuol dire limitarsi ma usare semplicemente ed intelligentemente il condom. L’unico rammarico è che l’estate non dura tutto l’anno, e per chi non può aspettare… prenda un volo per le mete tropicali, mentre per voi che rimanete… e sapete aspettare… godetevi l’estate e vivete ASSAI la vostra sessualità!

Nutrigenetica e infertilità maschile

di: Sebastiana Pappalardo

La Nutrigenetica è un recente ramo della genetica che studia ed analizza le caratteristiche individuali del DNA, cioè le variazioni polimorfiche e la loro capacità d’interazione tra ambiente e organismo.

Alcuni polimorfismi producono una risposta diversa rispetto a quella più comune cambiando o alterando le vie di utilizzo delle sostanze con cui un organismo entra in contatto.

La nutrigenetica si avvale di una tecnica chiamata sequenziamento del DNA, detta Next Generation Sequencing (NGS), che è in grado di analizzare i cambiamenti e fornire informazioni veloci e precise sulle predisposizioni genetiche individuali.

Questi biomarcatori permettono di avere dati essenziali per l’analisi funzionale dei profili genetici e dei percorsi biologici individuali.

La nutrigenetica va considerata una forma di diagnostica preventiva in quanto, dai dati ricavabili da queste particolari caratteristiche genetiche, è possibile fare una stima del rischio individuale di sviluppare delle malattie.

Le malattie che maggiormente ne possono trarre beneficio sono in particolare quelle in cui lo stile di vita può fare la differenza nella loro evoluzione, come le patologie cardiovascolari, il diabete, l’obesità e non ultima la capacità riproduttiva in alcune sue manifestazioni.

L’allungamento della vita e un ambiente meno sano sono i fattori che mettono maggiormente in evidenza queste patologie che nei tempi passati difficilmente arrivavano a manifestarsi.

Queste patologie originano da vari fattori che si cumulano e amplificano tra loro: predisposizione genetica, ambiente e soprattutto abitudini individuali, come abuso di fumo, alcool, alimentazione scorretta e scarsa attività fisica.

In questo quadro lo stile alimentare ha un ruolo importante nell’equilibrio tra fattori di rischio e fattori protettivi.

L’analisi dei polimorfismi e un adeguato stile  di vita ed una attenta alimentazione possono aiutare la fertilità maschile.  

E’ sotto gli occhi di tutti la diminuzione della fertilità umana.

Il 20-30 % delle coppie presenta problemi di infertilità, secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità le coppie infertili nel mondo sono passate dai 42 milioni del 1990 ai 48,5 del 2010, con un incremento di 6,5 milioni in 20 anni.

In Italia, dagli ultimi dati ufficiali (Relazione 2013) del Ministero della Salute, si evidenzia che si sono affidate alla Riproduzione Medicalmente Assistita di secondo livello, cioè alle tecniche più complesse, 73.570 coppie con 96.427 cicli, 15.467 gravidanze ottenute (21%) e 11.933 bambini nati.

Tra le cause di infertilità il 23,7% è a carico del fattore maschile.

Vi è poi il 34% di cause “inspiegate” non imputabili a nessuno dei partner.

Ovviamente quello che chiamiamo inspiegabile è ciò di cui non siamo ancora in grado di determinarne la causa.

Sebbene diverse cause possono compromettere la fertilità maschile, nella maggior parte dei casi, è coinvolta una spermatogenesi inadeguata, una produzione di spermatozoi con alterazioni a carico della concentrazione, della motilità e della morfologia.

Vi sono una serie di polimorfismi su vari geni coinvolti della spermatogenesi, come ad esempio il gene per il recettore per l’insulina, il gene per il recettore degli androgeni o quello per l’ormone FSH, che correlano con l’infertilità maschile in quanto si è visto che producono alterazioni di numero o di motilità o di morfologia negli spermatozoi.

Questi polimorfismi possono essere riscontrati con un’analisi genetica e possono dare una spiegazione al motivo dell’infertilità ed anche un aiuto all’andrologo per proporre una terapia migliorativa mirata.

La situazione più complessa si presenta quando ci si trova di fronte ad un liquido seminale che all’apparenza è normale ma che non è in grado di fecondare come, ad esempio, i difetti di condensazione nucleare durante la spermatogenesi che possono causare infertilità maschile.

Il nucleo dello spermatozoo subisce una marcata trasformazione, che comporta la rimozione di alcune proteine dette istoni e la loro sostituzione con altre proteine ​​nucleari, tra cui le protamine, proteine ​​che legano il DNA dello spermatozoo.

E’ noto che un singolo SNP del gene che codifica per la formazione delle protammine, induce una trasformazione che ne altera la funzionalità, ma non i parametri standard del liquido seminale, causando infertilità.

Anche tutta una serie di malfunzionamenti dovuti ad alcuni polimorfismi dei geni che codificano per gli antiossidanti endogeni come la Catalasi, la Superossidodismutasi e il Glutatione possono produrre uno stato di stress ossidativo a carico degli spermatozoi provocando un danno al loro DNA e ai mitocondri presenti nel collo dello spermatozoo, necessari per il movimento di queste speciali cellule.

Anche in questo caso conoscere la causa permette di aggiustare il tiro sulla terapia ed ottenere un miglioramento della fertilità, un aumento della probabilità di gravidanza ed una diminuzione dell’aborto spontaneo.

Importanti per una buona fertilità maschile sono i grassi che si assumono con l’alimentazione, in particolare i fosfolipidi che entrano nella composizione di tutte le membrane cellulari.

In particolare gli acidi grassi a catena lunga sono responsabili  della fluidità della membrana degli spermatozoi, la  cui corretta funzionalità è fondamentale per il gamete maschile per penetrare l’ovocita; cambiamenti nella fluidità della membrana potrebbero impedire l’inizio del processo di fecondazione.

E’ quindi importante una corretta assunzione di lipidi con la dieta, in particolare è bene far attenzione nel mantenere un corretto rapporto tra i grassi insaturi omega-6 e omega-3.

L’acido docosaesaenoico-DHA, presente nella membrana degli spermatozoi fa parte degli omega-3 ed é stato osservato che implementando la dieta con acidi grassi omega-3 si ottiene un miglioramento dei parametri seminali negli uomini con oligoastenoteratospermia.

Gli acidi grassi sono anche vulnerabili agli attacchi delle specie reattive dell’ossigeno (ROS), con conseguente compromissione dell’attività degli spermatozoi.

Lo stile di vita è in grado di cambiare la qualità degli spermatozoi.

L’abuso di fumo di sigaretta, le infezioni, il varicocele, l’esposizione a sostanze tossiche o a metalli pesanti sono collegati con un eccesso di produzione di radicali liberi  e conseguente stress ossidativo; anche l’astinenza prolungata ha una effetto negativo sulla motilità e la competenza funzionale degli spermatozoi umani.

Una varietà di fattori quindi possono depauperare il plasma seminale, in cui gli spermatozoi sono immersi, della sua proprietà antiossidante abbassando i livelli di antiossidanti e creano un danno ossidativo.

Vi è una profonda correlazione tra predisposizione genetica dovuta ai polimorfismi genici, effetti dei nutrienti e le alterazioni delle funzioni metaboliche, che per le possibili interazioni e variazioni, possono pregiudicare la fertilità.

Le nuove disponibilità di indagine possono essere d’aiuto agli specialisti del settore per diminuire la percentuale di quell’infertilità che si ritiene “sine causa”.

Impotenza e crimini sessuali: un fenomeno emergente

di: Marina Baldi

Il rapporto tra disfunzioni sessuali e devianza è una branca fondamentale della criminologia.

Ciò che avviene nella mente di alcune persone che non riescono a gestire una “mancanza” a livello sessuale può comportare la perdita di freni inibitori e sfociare in comportamenti criminosi, dalla violenza all’omicidio.

Ovviamente non parliamo di tutti quelli che hanno problemi a questo livello, problemi spesso gestibili o risolvibili con terapie sia farmacologiche che psicoterapiche, ma di quel piccolo gruppo di persone che, per gravi problematiche di psicopatologia spesso misconosciuta, non hanno la capacità di gestire la frustrazione e tendo a diventare aggressivi.

In questi casi, che per fortuna non sono numerosi, è di fondamentale importanza la preparazione del clinico che, in associazione con lo psicoterapeuta, deve essere potenzialmente in grado di riconoscere i segni di questa possibile devianza e deve proporre un percorso opportuno alla coppia o al singolo, in modo da prevenire eventuali sconfinamenti nella psicopatologia.

È questa una vera azione di prevenzione di uno degli aspetti del problema riguardante la violenza sulle donne, fenomeno sempre esistito, ma che sta purtroppo assumendo dimensioni di diffusione capillare in ogni strato sociale ed ad ogni età.

È nato, nel corso della relazione e della successiva discussione al congresso dell’Associazione Andrologi Italiani svoltosi a Roma sul tema delle “Nuove strategie di prevenzione andrologica”, il desiderio di unire le sinergie delle diverse competenze, sia in ambito criminologico che clinico ed il presidente De Rose ha proposto di creare un team interdisciplinare di formazione che possa diffondere le informazioni e formare gli addetti ai lavori, medici specialisti e di base, a riconoscere sempre di più i primi segni di devianza.

Benessere sessuale e riproduttivo nell’uomo. La prevenzione innanzi tutto! Ecco come farla

di: Anna Carderi

Il benessere sessuale e riproduttivo passa soprattutto attraverso lo strumento della prevenzione.

La prevenzione dal canto suo passa necessariamente attraverso la conoscenza del proprio corpo.

È questa conoscenza infatti che ci consente di riconoscere eventuali cambiamenti che sono fonte di informazione per riconoscere alcune delle patologie sessuali più frequenti.

Vediamole insieme.

Iniziamo dal varicocele.

Esso rappresenta la causa più frequente di infertilità maschile. Raramente causa dolore ed è caratterizzato da una dilatazione delle vene del funicolo spermatico, insieme di vasi e nervi a cui è attaccato il testicolo.

Come verificare la presenza o meno di un varicocele?

Il varicocele è quasi sempre a sinistra e quando presente, in piedi, palpando il funicolo subito sopra il testicolo si possono apprezzare le vene dilatate, similari a piccoli cordoncini.

E se invece ad interessare i testicoli fossero cisti o tumori?

Normalmente i testicoli somigliano a delle uova sode, qualsiasi protuberanza o irregolarità dovrà essere segnalata al medico. In alcuni casi il tumore al testicolo determina dolore ma l’autopalpazione rimane la forma di prevenzione più certa.

Eccome come eseguirla.

Palparsi i testicoli e scorrerli tra le dita così da conoscerne le caratteristiche e riconoscerne le eventuali variazioni di superficie e di consistenza. Attenzione! Le cisti sono situate sopra il testicolo, i noduli e i tumori invece si localizzano sul testicolo.

Altra anomalia che può colpire il testicolo è quella della risalita dello stesso nel canale inguinale a causa di una assenza congenita dei mezzi di fissazione allo scroto. Tale fenomeno detto testicolo in “ascensore” o retrattile spesso può essere associato a dolore lieve. Se invece il dolore è forte e vi è difficoltà anche a camminare probabilmente siamo in presenza di torsione completa del testicolo. In questi casi urge recarsi al più vicino pronto soccorso.

Il fenomeno del testicolo retrattile si verifica dopo rapporti sessuali, dopo la doccia o un bagno in mare o dopo il semplice sfregamento della faccia interna della coscia (riflesso cremasterico).

Passiamo ora all’incurvamento del pene. Esso può essere congenito o acquisito.

La curvatura è congenita se presente dalla nascita. Il pene in questi casi curva verso il lato sinistro o in basso. È dovuta a un asimmetrico sviluppo dei corpi cavernosi.

Negli adulti la curvatura acquisita e secondaria è detta IPP (induratio penis plastica) o malattia di Peyronie dal nome del suo scopritore. Nel 30% dei casi può essere preceduta da dolore al pene più spesso invece la curvatura del pene si manifesta al risveglio del mattino. La placca fibrotica, causa della curvatura, impedisce al lato del pene di este4ndersi in erezione, formando appunto la curvatura.

L’autofotografia del pene in erezione consente di documentarne le eventuali curvature. Inoltre la palpazione del pene consente di individuare la placca fibrotica.

In ultimo, parliamo di fimosi.

La fimosi consiste nel restringimento del prepuzio (la pelle che ricopre il pene) che rende impossibile scoprire il glande anche a riposo. Questa patologia può essere presente alla nascita o a seguito di infezioni del glande e del prepuzio (balanopostiti). Queste infiammazioni possono essere anche la spia del diabete.

Altra condizione è la parafimosi, situazione in cui il glande rimane scoperto a riposo ma non durante l’erezione.

Queste patologie unitamente ad uno stile di vita poco sano che includa abitudini negative come fumo di sigaretta, dell’abuso di alcol, marijuana, droghe sintetiche, e sostanze dopanti minano nel tempo il benessere sessuale e riproduttivo. Numerosi studi hanno rilevato il ruolo nocivo di queste sostanze sulla funzione riproduttiva e sulla procreazione attraverso una riduzione della qualità del seme e della cellula uovo con conseguenti problemi di concepimento sia naturale che medicalmente assistito.

La Famiglia ieri e oggi alla luce della Legge Cirinnà

di: Francesco Gattuccio

L’11 maggio di questo anno l’Italia è diventata il 27° paese europeo che riconosce le coppie omosessuali perché il ddl Cirinnà intitolato “Regolamentazione delle unioni civili tra persone dello stesso sesso e disciplina delle convivenze sia omo che eterosessuali” ha ottenuto il si definitivo della Camera dei Deputati.

Questo provvedimento completa, dal punto di vista legislativo, un lungo percorso che ha portato al cambiamento radicale della famiglia di ieri rispetto a quella di oggi perché sono completamente cambiate le caratteristiche del suo elemento fondante: La Coppia che, come la intendiamo oggi, può essere considerata una vera e propria rivoluzione culturale.

Anche se la coppia è un archetipo immanente nella nostra mente e come tale è sempre esistita, come è intesa oggi è un entità nuova; capace di modificare radicalmente il concetto della famiglia di ieri e condizionare in maniera determinante la famiglia di oggi, o almeno quella di domani.

Dicks sostiene testualmente “Forse nella storia avvenire, il cambiamento della coppia coniugale verrà ricordato come il più grande salto evolutivo della storia di tutti i tempi”; perché la coppia, oggi, è diventata autonoma, indipendente della famiglia anche nucleare; sganciata dalla necessità di durata e procreazione; sganciata dalle istituzioni, regole sociali e religiose.

Ma vi sono altre caratteristiche che fanno del tutto nuova la coppia, quali il sentimento che la cementa l’Amore nelle sue diverse espressioni, quale tessuto connettivo indispensabile perché il duale (maschio e femmina) ritorni ad essere singolare come deve essere la coppia specie nella sua funzione sessuale e riproduttiva.

La coppia ha un suo ciclo vitale: nasce, cresce, si stabilizza e muore; ma è anche capace di rifondarsi, attraverso l’articolazione del potere, il cosiddetto processo di simbolopoiesi, il superamento hegeliano del processo di “tesi-antitesi-sintesi; dove la sintesi è la creazione di nuove strutture, nuovi universi, nuovi valori che superano le due posizioni di partenza.

Quanto fino ad ora affermato ha una base scientifica ben precisa il triangolo di Sternberg (che ripropone in termini associativi la teoria neurofisiologica di MacLean che, a sua volta, ricalca le categorie freudiane del SE, dell’IO e del Super IO) le cui tre componenti funzionali (passione, intimità, progettualità) hanno sede in aree ben precise del cervello, sono strettamente correlate e si parlano continuamente tramite neurotrasmettitori, neuromodulatori, neurormoni ed, ovviamente ormoni sessuali.

La soddisfazione nella relazione è frutto dell’equilibrio di questi elementi; la mancanza di uno di essi o solo un rapporto squilibrato fra le varie componenti genera tensione, caduta dell’autostima e sofferenza tale da poter portare alla rottura irrimediabile della coppia.

Il messaggio finale può essere sintetizzato in un solo concetto: la convivenza tra due persone omo o eterosessuali con il riconoscimento e la regolamentazione delle unioni civili ne fa una coppia con le stesse caratteristiche che ho prima descritto, nucleo fondamentale della famiglia di oggi che differisce sostanzialmente da quella di ieri in virtù del cambiamento radicale (anche, ma non solo, grazie al ddl Cirinnà) del suo elemento fondante: la Coppia che ha un forte fondamento cementante (l’amore); che ha un ciclo vitale, un inizio ed una fine, ma anche la possibilità di rifondarsi con una nuova articolazione del potere attraverso un processo di simbolopoiesi (tesi-antitesi-sintesi), ma soprattutto con il coinvolgimento totale e totalizzante del cosiddetto triangolo di Stenberg.

L’infertilità della coppia: aspetti psicogeni

di: Zaira Donarelli

L’incidenza della condizione di infertilità è aumentata sensibilmente negli ultimi decenni e circa il 56% di coppie infertili si sottopone a trattamenti di Procreazione Medicalmente Assistita (PMA), svolti in centri clinici specializzati (Boivin et al., 2007).

Ad oggi, la ricerca psicologica in questo campo si estende dal focus sulle possibili relazioni tra processi psichici e biologici (Donarelli et al., 2016, in press), alla rilevazione delle varie tipologie di stress vissute dalle coppie, con una elevata comorbilità di sintomi ansiosi e depressivi che si protraggono a lungo termine (Verhaak et al., 2007; Boivin et al., 2011), all’interesse verso le relazioni sociali ed il bisogno di genitorialità (Moura Ramos et al., 2012; Donarelli et al., 2015). È di recente acquisizione, inoltre, la necessità di considerare entrambi i partner analizzando la loro combinata capacità di far fronte all’infertilità o ad un trattamento di PMA (Donarelli et al., 2016).

In particolare, l’infertilità è vissuta in modo traumatico rispetto alla progettualità di coppia, con un bisogno di genitorialità insoddisfatto che compromette la qualità di vita quotidiana, la relazione e l’intimità di coppia, le relazioni amicali e sociali.

A partire dall’esigenza del concepimento, grazie all’intervento di counselling psicologico o di quello psicoterapeutico, la coppia può andare oltre la diagnosi e riconoscersi soprattutto come tramite di codici affettivi e non solo genetici, attraverso un processo di soggettivazione e di riconquista delle proprie origini.

Per queste ragioni, la figura dello psicologo clinico, presente nella Clinica ANDROS Day Surgery di Palermo sin dal 2003, si integra nello staff medico che prende in carico la coppia, sia nella fase diagnostica che in quella del trattamento o della sua conclusione.