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Andropausa

Maschi attenzione, dopo i 50 anni l’andropausa è in agguato, ma a differenza della menopausa femminile, non corrisponde all’incapacità di procreare…
In realtà l’andropausa è caratterizzata da un insieme di piccoli e grandi disturbi che si manifestano in maniera subdola e silenziosa: maggiore affaticamento muscolare, variazione al ribasso dell’attività sessuale e della libido con l’erezione che viene raggiunta più tardivamente e la detumescenza, dopo l’orgasmo, più rapidamente, deficit erettile in altri casi; insicurezza e senso di inadeguatezza fino alla depressione, ripresa più lenta da malattie ed eventi stressanti. Dunque, nella realtà, l’andropausa non è da considerare un “climaterio” in senso stretto come quello femminile mapuò essere etichettata come un insieme di sintomi che interessano tutto l’organismo, ad iniziare dalla difficoltà di concentrazione, anemia all’ affaticamento ed è dipendente, quasi sempre, da una diminuita produzione di testosterone (RevPrat. 2011 Nov;61(9):1279-82).

Questo ormone, i cui valori sono considerati normali sopra 3,2 ng/ml, dopo i cinquanta diminuiscono dell’1%, ogni anno, con il risultato che la sua diminuzione interessa circa il 7% degli uomini fra i 50 e 60 anni. Tale percentuale sale al 20% nei soggetti tra i 60 e gli 80 anni e al 35% in quelli di età superiore agli 80 anni.Questo calo di androgeni è conosciuto tecnicamente con il nome di Late OnsetHypogonadism (LOH) cioè di ipogonadismo ad insorgenza tardiva. Esistono però fattori che possono influenzare negativamentei livelli dell’ ormone, primo fra tutti il fumo di sigaretta, per cui l’insorgenza dell’ipogonadismo può essere anche più precoce. A diminuire però l’età di insorgenza dei disturbi troviamoaltri fattori di rischio come l’ipertensione, l’ipercolesterolemia, , l’eccessivo consumo di alcool, la dieta inadeguata, la mancanza di esercizio fisico e naturalmente il diabete. Ma proprio per questi ultimi ci sono delle importanti novità: l’aggiunta di testosterone è risultata salutare per un migliore metabolismo e un aumenta della sopravvivenza. Somministrando infatti testosterone al campione di soggetti diabetici carenti dell’ormone si è visto in studi recenti che la capacità dell’ insulina di fare entrare zuccheri nelle cellule aumenta in media del 25%, mentre le citochine diminuiscono del 20%, riducendo così gli stati pro-infiammatori, diminuendo la massa grassa in favore di quella magra(J Asthma. 2009 Sep;46(7):703-7).
Inoltre a uno degli ultimi congressi della British Society for Endocrinology di Birmingham, da uno studio inglese era emerso che, correggendo i bassi valori di testosterone nei diabetici, questi vivono più a lungo, rispetto ai diabetici in cui non viene corretta la carenza dell’ ormone. E un ruolo importante spetta anche alla attività fisica: una camminata di mezza ora al giorno abbassa il colesterolo, trigliceridi e riduce l’ osteoporosi che, contrariamente a quanto si riteneva, non è un problema solo femminile . I dati derivanti da studi i su popolazioni nord europee indicano che oltre i 50-60 anni più di un uomo su sei si ammala di osteoporosi, con un’incidenza pari a circa la metà di quella delle donne e sempre a causa di carenza del testosterone. Ma queste cifreaumentano significativamente se si considerano tutti i casi di osteoporosi maschile derivanti da terapie cortisoniche o più frequentemente con antiandrogeni, a cui l’uomo spesso è sottoposto dopo diagnosi di tumore prostatico e che sono spesso ignorate.

Dunque testosterone a tutti e sempre? Certamente sì, quando sia accertata una reale carenza: la terapia sostituiva è in grado di invertire tutti quei sintomi, che purtroppo, molto spesso vengono confusi con l’invecchiamento. Particolare attenzione però ai casi di sospetto tumore prostatico (PSA elevato) o a coloro in cui la malattia sia stata già diagnosticata.

Le paure dei pazienti per le procedure uroandrologiche invasive: sfatiamo i falsi miti

Quante volte siamo reticenti o addirittura spaventati di fronte alla necessità di una manovra invasiva in campo uroandrologico? Se è infatti indubbio che molti degli esami che gli andrologi prescrivono tutti i giorni non siano piacevoli, molto spesso i timori o le perplessità derivano da una scarsa e non corretta informazione.

Cerchiamo di valutare criticamente queste procedure :

1) Esplorazione rettale digitale: è un esame semplicissimo, rapidissimo e non doloroso, purchè non vi siano malattie flogistiche in atto (emorroidi, prostatiti) che comunque vanno accertate (basta veramente qualche secondo) per essere guarite. Inoltre, l’utilizzo di un gel lubrificante riduce senza dubbio il fastidio. Molto raramente il paziente avverte fastidio dopo l’esplorazione rettale che rimane un esame semplice e utilissimo per l’andrologo.

2) Ecografia prostatica transrettale: prevede l’utilizzo di una sonda (poco più larga del dito) che viene introdotta nel retto (e non oltre). L’esame dura circa due minuti. Anche in questo caso l’utilizzo di un gel lubrificante, comunque necessario per trasdurre il segnale ecografico, aiuta lo scivolamento della sonda. Eventualmente, nei pazienti più sensibili, può essere eseguita una preparazione con anestetico locale mezzora prima dell’esame, in modo da minimizzare la sensazione legata all’introduzione dello strumento.

3) Biopsia prostatica: prevede un’ecografia prostatica transrettale che permette di dirigere l’ago e poi il prelievo, attraverso l’utilizzo di una speciale “pistola”, di circa 12-18 frammenti di tessuto. La biopsia può essere eseguita sia per via transrettale che transperineale ma viene sempre preceduta da una infiltrazione di anestetico locale che si distribuisce a tutta la prostata rendendo l’esame molto ben tollerato. In pratica, il paziente avverte una sensazione di puntura, quasi come dal dentista, e poi un semplice fastidio, ma non dolore, durante l’esecuzione dei prelievi. Complessivamente, l’esame dura circa 10-15 minuti.

4) Cateterismo vescicale: anche in questo caso l’utilizzo di lubrificanti e anstestici locali favorisce lo scivolamento del catetere in vescica causando un semplice fastidio che può durare pochi secondi se eseguito da mani esperte.

5) Cistoscopia: da quando le cistoscopie vengono eseguite con lo strumento flessibile questa manovra è molto simile al cateterismo coi vantaggi di essere eseguita “sotto vista”, seguendo il lume uretrale. La durata dell’esame è di circa due minuti.

6) Ecografia peniena basale e dinamica: si tratta di una speciale ecografia del pene eseguita in condizioni di pene flaccido e poi in erezione, previa iniezione di un farmaco vasodilatatore. Questa iniezione, che tanto terrorizza i pazienti, viene eseguita con un ago sottilissimo e cortissimo (simile a quello da insulina) e può eventualmente essere preceduta dall’applicazione di un anestetico locale in pomata in modo da minimizzare il fastidio della puntura. L’ecografia raramente dura più di 20 minuti e spesso la detumescenza del pene inizia pochi minuti dopo la fine dell’esame a seconda del dosaggio di farmaco utilizzato.

7) lnfiltrazioni per placche peniene: anche qui si tratta di una piccola e veloce puntura sul pene con un ago corto e sottile che, eventualmente, può essere preceduta dall’applicazione di una pomata anaestetica locale.

In conclusione, l’evoluzione delle tecniche e delle tecnologie permette di rassicurare decisamente i pazienti sulla semplicità e velocità delle più comuni manovre uroandrologiche. Oggi, la paura di sottoporsi a questi esami deve essere considerata veramente un falso mito!

Eiaculazione precoce. Cosa fare?

di: Anna Carderi

L’eiaculazione precoce è un disturbo abbastanza diffuso: ne soffre un italiano su 3. Il problema principale è che, nonostante le cure a disposizione, solo il 9% affronta il disturbo.

La precocità eiaculatoria è un problema di natura psico-affettiva-comportamentale.

Tale incapacità a controllare l’eiaculazione mina tutta la sfera personale e relazionale con ripercussioni sulla stessa partner che spesso si sente derubata del proprio piacere sessuale e interpreta la precocità come un atto puramente egoistico di un uomo prettamente orientato al proprio soddisfacimento rendendo problematica la relazione di coppia. L’abbreviamento dell’atto sessuale, infatti, può dar luogo a una attività sessuale superficiale, mediocre, insensibile e inadeguata di tipo meccanica e orientata esclusivamente verso l’orgasmo, trascurando così l’erotismo corporeo.

Quale può essere la causa?

Le cause possono essere sia di natura psicologica sia organica.

Le cause psicogene possono originare da ignoranza informativa, riluttanza inconscia a una buona sessualità, ansia, paura di perdere il controllo, paura del rifiuto o disapprovazione, incapacità di comunicare.

Può essere una risposta a rapporti sessuali noiosi, routinari o frettolosi e a stress in generale.

Anche un’esperienza sessuale negativa può svolgere un ruolo significativo nell’economia psichica del soggetto e condizionarne l’evoluzione futura dei rapporti sessuali.

Spesso nell’eiaculazione precoce è l’ansia a farla da padrone.

Pensieri inerenti la performance e l’adeguatezza sessuale possono distrarre l’uomo impedendogli di percepire le sensazioni preorgasmiche. Come la stessa precocità innesca nei successivi rapporti l’ansia creando così un circolo vizio. Inoltre la paura dell’insuccesso può far dilazionare nel tempo i rapporti sessuali concorrendo a mantenere il disturbo.

Nello specifico questi ed altri fattori possono innescare una risposta di adattamento per cui la persona apprende a rispondere velocemente allo stimolo sessuale.
Una volta istauratosi questo condizionamento esso rimane e si struttura come risposta incondizionata a prescindere dallo stimolo che inizialmente l’ha provocata.

Come si struttura questa risposta?

In genere nelle persone che soffrono da sempre di eiaculazione precoce questo tipo di risposta si è innescata nell’adolescenza come il prodotto di coiti affrettati in condizione di stress (coito interrotto, rapporti in auto, a casa dei genitori, la paura di incidenti di percorso come gravidanze indesiderate, etc) dell’ansia associata ai primi rapporti sessuali e quindi all’inesperienza che spesso fa sì che il ragazzo non percepisca da subito le sue sensazioni preorgasmiche.

Anche il timore di non farcela o la presenza di disfunzione erettile può facilitare l’instaurarsi dell’eiaculazione precoce.

Infatti, in chi soffre di disfunzione erettile, l’eiaculazione precoce può essere una risposta funzionale che affretta il rapporto evitando così la perdita dell’erezione stessa.

Inoltre, l’eiaculazione precoce si verifica spesso in individui con sessualità precoce che si sono masturbati nell’adolescenza, i cui bisogni sessuali sono rimasti invariati negli anni e che presentano una iperestesia genitale.

In genere questi soggetti hanno un’intensa immaginazione che anticipa, precede e sostituisce la realtà. Ciò comporta che l’eccitazione invece che all’esperienza concreta è legata al vissuto immaginativo che ne accresce l’intensità. Ne consegue che per difendersi da questo eccesso eccitativo la persona si distrae andando a inficiare sul controllo volontario dell’eiaculazione.

Anche le tentate soluzioni utilizzate dalla persona possono condizionare la precocità dell’eiaculazione.

Chi è affetto da tale disturbo infatti, invece che concentrarsi sull’atto, spesso, nel tentativo di ritardare l’eiaculazione inizia a pensare a cose che possano distrarlo. Sono proprio questi pensieri distraenti e spiacevoli che, impedendogli di monitorare il proprio livello di attivazione sessuale e di percepire quando è vicino all’eiaculazione in modo da ritardarla, ne favoriscono la precocità.

Cosa fare?

È importante approcciarsi nel modo giusto!

Consultare un sessuologo permette di superare il problema, anche in tempi brevi.

Si tratta nello specifico di una terapia strettamente focalizzata sul problema.

Le mosse del sessuologo consistono nella prescrizione di esperienze che il paziente deve svolgere al di fuori della seduta, sia singolarmente che in coppia; questi “compiti” hanno come scopo quello di fargli raggiungere obiettivi concreti che gli rimandino la possibilità di un cambiamento positivo e del ristabilirsi di un buon funzionamento sessuale.

Per aumentare la latenza eiaculatoria utili risultano la tecnica dello stop and start e degli esercizi di Kegel.

La procedura dello stop and start consiste nel comprimere con forza il pene sotto al glande per una durata di 3-4 secondi nel momento in cui si sente lo stimolo eiaculatorio così che l’eiaculazione venga bloccata. Tale esercizio costringe l’uomo a concentrarsi sulle sensazioni orgasmiche a riconoscerle e quindi a controllare il riflesso eiaculatorio così da ritardarlo. Inoltre poiché va ripetuto più volte nell’arco della settimana esso eleva la frequenza dell’attività sessuale stessa.

Nel trattamento dell’eiaculazione precoce, unitamente alle più tradizionali tecniche della compressione, dello stop and start o degli esercizi di Kegel, si possono usare numerose tecniche ipnotiche.

Molto utili sono pure le procedure di ipnorilassamento associate a quelle di rinforzo dell’Io.

Va da se che gli esercizi formano la persona a una buona educazione sessuale consentendogli di conoscere attraverso le tecniche che ritardano l’eiaculazione il proprio corpo e i messaggi che esso invia.

Nonostante il successo della terapia sessuale, nel trattamento dell’eiaculazione precoce non va dimenticato che è indispensabile una visita andrologica che ne escluda l’eventuale insorgenza organica.

Infatti, l’eiaculazione precoce può avere cause di natura organica come diabete, malattie neurologiche degenerative che interessano i segmenti midollari lombosacrali, interventi chirurgici (simpaticectomia lombare, chirurgia dell’aorta addominale, rizotomie), uretrite, prostatite, trauma uretrale, uso di farmaci antiadrenergici (rauwolfia, guanidina, metildopa).

Il disturbo del desiderio sessuale nell’uomo

Il calo del desiderio è il disturbo sessuale che più di ogni altro compromette l’attività sessuale e la vita relazionale della persona.

La deficienza o l’assenza di fantasie sessuali e desiderio possono essere fonte di sofferenza, stress o problemi relazionali.

I fattori che più frequentemente si associano e/o possono causare un calo del desiderio sono di ordine individuale, relazionale, intrapsichico o organico.

Convinzioni religiose, disturbi dell’identità di genere o di scelta dell’oggetto sessuale, fobie sessuali, timore di perdere il controllo, paura della gravidanza, sindrome del vedovo, preoccupazione per l’invecchiamento, stress e affaticamento sono tutti fattori individuali capaci di influenzare il decorso della patologia, interferire con i trattamenti o esacerbare i sintomi della condizione patologica.

I fattori relazionali scatenanti più frequenti sono riconducibili alla presenza di disturbi sessuali (HSDD, anorgasmia, menopausa, etc.) o scarse abilità sessuali del partner. In questi casi le ritrosie del partner determinate da un impedimento fisico come il dolore durante in rapporto dovuto a patologie come la dispareunia o l’atrofia vulvo vaginale possono essere vissute come rifiuto o scarso interesse. Cosicchè i continui “no”riducono la convinzione di efficacia sessuale e di autostima del maschio. Inoltre, la paura di essere rifiutati unita alla paura di poter procurare dolore al proprio partner creano sempre più distanza inibendo il desiderio e favorendo la comparsa del disturbo.

Tra i fattori intrapsichici, la presenza di frequenti litigi all’interno della coppia e tensioni familiari associati a sentimenti d’ostilità, di risentimento o rabbia possono contribuire alla riduzione della libido nel maschio.

Anche problemi legati all’attività lavorativa (impegni pressanti o scarsa gratificazione con relativa astenia psichica o frustrazione) possono contribuire al disturbo.

Per quanto riguarda i fattori organici essi hanno un effetto rilevante sul controllo del desiderio sessuale.

Alcune malattie psichiatriche, quali la depressione, impediscono di esprimere il desiderio sessuale in modo adeguato.

A livello endocrino bassi livelli di testosterone o alti livelli di prolattina sono causa di riduzione della libido nel maschio. Un’altra patologia endocrina associata al calo del desiderio è l’ipotiroidismo (Carani et al., 2005).

Diverse categorie di farmaci sono state associate alla presenza di un disturbo del desiderio.

Tra questi, gli antidepressivi serotoninergici, e in particolare gli inibitori del riassorbimento della serotonina (SSRI).

Il disturbo del desiderio può inoltre essere presente in numerose patologie croniche sistemiche come l’insufficienza renale, le epatopatie croniche, le malattie ematologiche, l’AIDS (Meuleman et al., 2005). In questo caso l’origine del problema è multifattoriale, per la congiunta presenza di fattori ormonali e di problemi relazionali e intrapsichici, relativi al deterioramento della qualità di vita.

È utile ricordare che il disturbo del desiderio può essere dovuto ad un corollario di altre disfunzioni sessuali, quale ad esempio la disfunzione erettile (DE) e i problemi eiaculatori (Meuleman et al., 2005). Si tratta in questi casi, probabilmente, di una reazione evasiva, messa in atto per ridurre l’ansia da prestazione che il problema sessuale comporta, destinata alla risoluzione del sintomo scatenante.

In questi casi accanto alla farmacoterapia è necessario uno spazio di intervento psicosessuologico di sostegno al paziente che gli permetta di superare il problema, anche in tempi brevi, e alla coppia che consenta la rielaborazione delle ripercussioni emotive causate dal disagio sessuale.

Terapia con testosterone “fai da te”.

Negli ultimi tempi sono sempre più frequenti i casi di pazienti che assumono testosterone autonomamente, con l’obiettivo di migliorare la propria forma fisica in maniera più efficace e più rapida.

Se da un lato è risaputo come la terapia con testosterone migliori la struttura muscolare e riduca la fatica fisica, dall’altro non dobbiamo dimenticare come l’assunzione di sostanze ormonali senza alcuna prescrizione e controllo medico, costituisca un vero e proprio doping, molto più pericoloso di quello praticato a livello agonistico.

I pazienti si presentano alla nostra attenzione spesso per motivi banali e riferiscono l’assunzione di ormoni androgeni tranquillamente in quanto consigliati da compagni di palestra o da “esperti” preparatori atletici che favoriscono l’acquisto attraverso canali di vendita non ufficiali.

Usano termini come “far massa”, “ciclo di induzione”, “periodo di scarico”, chiaramente derivati dal mondo agonistico, ma non si soffermano a pensare ai possibili eventi avversi. Inoltre, molto spesso, il ciclo di testosterone è seguito dall’assunzione di altre sostanze che, apparentemente, dovrebbero “riequilibrare eventuali scompensi”.

In realtà, nessuno di questi pazienti esegue dosaggi ormonali o visite mediche non rendendo possibile controllare gli effetti di questo doping sull’organismo che, spesso, si rendono evidenti alcuni anni dopo. All’inizio i pazienti acquistano una forma fisica perfetta, percepiscono un minor affaticamento e una miglior capacità di concentrazione.

Ciò determina un comprensibile incentivo alla prosecuzione di questa terapia che viene vissuta come una forma di “efficace ricostituente”.

Tuttavia, nel tempo, i rischi di una terapia non necessaria con testosterone sono numerosi: disturbi del comportamento, riduzione o annullamento della fertilità, ipertensione arteriosa, insorgenza di diabete mellito, vasculopatie, cardiopatie e malattie epatiche gravi.

È opportuno rimarcare come anche questo tipo di doping sia illegale e punibile dal punto di vista penale. Inoltre, la prescrizione di sostanze come il testosterone deve sempre prevedere una prescrizione e una serie di controlli medici in modo tale da evitare importanti rischi per la salute.

Emissione orgasmica femminile: rilievi in Galeno e controversie attuali

Nella storia della medicina, l’anatomo-fisiologia femminile è stata studiata prevalentemente in ordine agli aspetti riproduttivi. Questo atteggiamento culturale è derivato da un secolare pregiudizio ideologico circa il ruolo passivo della donna non solo nel concepimento ma anche durante la coabitazione sessuale. Anche se non mancano importanti riferimenti già negli scritti di Galeno di Pergamo (129–199 circa),dobbiamo arrivare alla metà del ‘900 per trovare una descrizione scientifica della fisiologia sessuale femminile. Accentriamo qui l’attenzione su un fenomeno, ancor meno studiato, sul quale si è focalizzato il nostro interesse per un confronto storico: l’emissione-ejezione di secreti in sede vestibolare durante la risposta sessuale. Il dato, in percentuale variabile (5%-10%?), è riscontrabile nelle donne, non solo in età fertile. Tale fenomeno deve esser distinto dall’umettamento genitale prodotto prevalentemente dal trasudato vaginale e dalla secrezione delle ghiandole vestibolari maggiori (o del Bartolini). La manifestazione, ancora poco nota anche ad esercenti la disciplina, veniva ritenuta occasionale o aneddotica e frequentemente imputata ad incontinenza urinaria. Nell’era del WEB, grazie alla raccolta di dati relativi alle descrizione di questa fenomenologia, si è acuita l’attenzione per l’interpretazione e la semeiologia clinica del reperto. Ciò anche in ragione del numero, impensabile sino a pochi anni or sono, di coloro che hanno descritto il sintomo. “Lei mi ha reso felice, io l’ho resa madre: siamo pari” (Elle m’a rendu heureux, je l’ai rendue mère: nous sommes quittes). Così scriveva Restif de La Bretonne (1734-1806).

Il suo pensiero compendia l’idea millenaria che l’uomo ha avuto del ruolo sessuale della donna.

La “gratificazione sessuale femminile” non è stata mai molto considerata dalla scienza medica e da una società maschilista in cui l’imperativo era dominato dalla soddisfazione del maschio e dal compito affidato alle mogli di far figli, crescerli, affinché il patrimonio della famiglia potesse essere trasmesso o, nei casi meno felici, perché quei figli rappresentassero altrettanta forza lavoro nelle mansioni agricole.

Con alterne vicende la condizione femminile non è molto cambiata per molti secoli.

Demostene (384-322 a.c.), sosteneva: “… per il piacere abbiamo le cortigiane, per accudirci ogni giorno le concubine, per darci figli legittimi ed essere guardiane fedeli della casa le spose”. Insomma, tre donne per ogni uomo con diverse funzioni a ciascheduna.

Ancora alla fine del ‘800 la medicina ufficiale non dimostrava alcun interesse per la sessualità femminile se non per contenerla o per “…. placare il furore uterino”.

Così infatti venivano definite le “femmine iperattive” che poi (sempre sbagliando) vennero chiamate “ninfomani” (Ernest Borneman 1915-1995).

Paolo Mantegazza (1831-1910), nella“Fisiologia del Piacere”, terza edizione, ancora nel 1910, scriveva: “Nella copula i due sessi si comportano in un modo diverso, quanto all’attività colla quale vi partecipano. La donna essendo quasi del tutto passiva può compire l’atto senza coscienza e quindi senza piacere, mentre l’uomo ha bisogno di tutta la sua energia”.

Mentre, come ha scritto Sergio Musitelli, la ricerca medica aveva già raggiunto con Gian Battista Morgagni (1682 –1771) la completa chiarificazione del ruolo della ghiandola prostatica nella fisiologia e patologia maschile, la comprensione del ruolo delle ghiandole parauretrali femminili, segnatamente nella peculiare fisiologia di cui trattiamo (“e.f. ” = “ejaculazione femminile”), è evento solo recente.

Cionondimeno, ancora nel 2003, nel testo “Le disfunzioni sessuali femminili”, redatto da autorevoli AA, non se ne rinviene menzione.

È indubbio che solo negli ultimi decenni si sia affrontato il tema della sessualità femminile secondo un ottica di osservazione scientifica e di ricerca finalmente scevra da altre considerazioni “culturali”.

Alla luce dei rilievi storici e dalle ricerche attuali, possiamo affermare che:

Il fenomeno della emissione di liquido uretrale femminile durante o all’acme della risposta sessuale, è stato descritto in passato più da testi divulgativi, aneddotici o da varia iconografia che da report scientifici.
Gli Autori ritengono che una maggior uniformità terminologica gioverebbe alle descrizioni ed alle misinterpretazioni del fenomeno stesso. Il termine stesso “ejaculazione” (fenomeno maschile), nel caso di specie, potrebbe, con profitto, esser sostituito con il lemma “emissione” (o ejezione). La c.d. “e.f.” è prodotta dalla secrezione ed emissione delle ghiandole parauretrali e intrauretrali, dopo idoneo stimolo erogeno tattile, prevalentemente esercitato in un’area corrispondente al III inferiore della parete vaginale anteriore ed in condizioni di buona compliance psicologica del soggetto.

Non si tratta di fenomeni di incontinenza urinaria (anche se possono esser occasionalmente presenti). Non è stata descritta in polluzioni spontanee notturne. La prevalenza del dato è variabile. Abbiamo motivo di credere, alla luce delle testimonianza che si vanno raccogliendo (alla voce “female ejaculation” si rilevano nel WEB circa 1.020.000 risultati), che il fenomeno sia sottostimato dalle ricerche mediche.

Non abbiamo reperito lavori, a parte quanto riportato da Pastor, che abbiano messo in evidenza la differenziazione del secreto delle ghiandole vestibolari minori da quello delle ghiandole di Skene durante i fenomeni di e.f. “et similia” e la conseguente chiara possibilità di differenziazione biochimica degli stessi.

Riteniamo che tale procedura, benché certo non facile, possa esser effettuata mediante preventiva obliterazione con catetere di Foley del meato uretrale. Ogni studio su questo tema non deve esser interpretato come un invito a ricercare il fenomeno, creando così nel pubblico le stesse conseguenze ansiogene, come avvenuto per la mitizzazione degli orgasmi multipli o dell’orgasmo sincrono, ma è un invito per una riflessione comparativa e fenomenologica. C’è coincidenza fra le descrizioni galeniche e le attuali risultanze.

Corso di Medicina della Riproduzione

Roma, 21 dicembre 2012

“Aggiornamenti di Genetica nella Procreazione Medicalmente Assistita”

Il Corso propone una panoramica molto pratica dell’infertilità di coppia e comprenderà:

Percorsi diagnostici per la donna e per l’uomo con schemi semplici, veloci ed economici
Protocolli terapeuticie schemi
Consigli per risolvere i problemi pratici (dalle analisi da prescrivere alle spiegazioni da dare su quesiti e richieste che pazienti sempre più informati rivolgono al medico)
Piani di collaborazione con il Centro per una gestione pratica,efficace e soddisfacente.

RELATORI

Baldi Marina Roma
Bonino Fabio Novi Ligure
Carderi Anna Roma
Cartocci Donatella Roma
Coppola Lamberto Roma
De Rose Aldo Franco Genova
D’Orazi Valerio Roma
Gallo Fabrizio Savona
Gattuccio Francesco Palermo
Iorio Eugenio Luigi Salerno
Losavio Pierpaolo Lecce
Manna Claudio Roma
Ortensi Andrea Roma
Ortensi Ilaria Roma
Pappalardo Sebastiana Roma
Segnella Francesca Roma
Voliani Silvia Pisa

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Benessere riproduttivo e sessuale della coppia

Camogli, 24-25 Maggio 2013

L’evento formativo n. 311-57482 è stato accreditato presso il Sistema ECM Nazionale per la categria Medici Chirurghi – Discipline accreditate: Urologia, Ginecologia e Ostetricia. Sono stati assegnati n. 9 crediti ECM solo ed esclusivamente a n. 30 Medici la cui disciplina è inserita nella richiesta Ministeriale.

SEDE CONGRESSUALE

Hotel Portofino Kulm
Via Bernardo Gaggini 23
Portofino Vetta – 16032 Camogli

RESPONSABILE SCIENTIFICO

Prof. Aldo Franco De Rose
Clinica Urologica – Università di Genova
Presidente Associazione Andrologi Italiani

SEGRETERIA ORGANIZZATIVA E PROVIDER

ACROSS SARDINIA CONGRESSI
Provider n. 311 – Albo AGENAS
Viale Italia, 12 – 07100 Sassari
Cell. 320.5692061
Tel. 079.2010120
Fax 079.2010653
Email: silvia.across@tiscali.it
www.across.sardinia.it
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1°Congresso nazionale dell’Associazione Andrologi Italiani

Camogli (GE) 29-30 Novembre 2013

L’Associazione Andrologi Italiani (Ass.A.I.) è pronta per il suo primo congresso “Il Benessere Sessuale e Riproduttivo della Coppia – Tutto quello che non è stato ancora detto”.

La caratteristica principale dell’evento sarà quella dell’approccio multidisciplinare, compreso il contributo di varie associazioni pazienti.

La lettura inaugurale “Il linguaggio proibito: Seduzione, Sessualità e Comunicazione” è stata affidata alla giornalista di Repubblica Salute, Elvira Naselli.

Successivamente medici, psicologi, pazienti discuteranno del Deficit Erettile di lui, le difficoltà di lei anche nei soggetti oncologici, nelle persone diversamente abili e con incontinenza urinaria e fecale.
Particolare attenzione verrà dedicata all’Eiaculazione Precoce: l’Ass.A.I. presenterà uno studio multicentrico

sull’atteggiamento di lui e di lei nei confronti di questo grave problema e saranno dibattuti i nuovi aspetti terapeutici.

Ma l’esplorazione della sessualità continua con due tematiche forse meno note ma sicuramente molto interessanti: l’illusione di un nuovo pene da parte di giovani e meno giovani e la sessualità nel mondo della ludopatia, un aspetto ancora sconosciuto che da tempo rappresenta però una vera e propria emergenza sociale, oltre che economica per molte famiglie.

Anche per l’infertilità di coppia, lieve o severa, di lui e di lei, è prevista una discussione multidisciplinare con il contributo di medici, psicologi, pazienti, esperti della comunicazione anche per chiarire alcuni aspetti della legge 40, spesso giudicata incostituzionale.

Mediante la presentazione del manuale sul liquido seminale, realizzato dall’Ass.A.I., saranno affrontati importanti aspetti laboratoristici,soprattutto alla luce dei nuovi suggerimenti dell’Organizzazione Mondiale della Sanità.

Particolare attenzione sarà dedicata inoltre allo stress ossidativo, alle possibilità della sua misurazione, al corretto utilizzo degli integratori.
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2°Congresso nazionale dell’Associazione Andrologi Italiani

Palermo 9-10-11 Ottobre 2014

La proposta del Consiglio Direttivo Ass.A.I. di pensare e realizzare un programma per il secondo Congresso Nazionale di Palermo, si è immediatamente trasformata nell’opportunità di realizzare qualcosa di nuovo ed ispirato.

Nel riguardo della grande personalità di un padre-professore, sempre aperto al rinnovamento, nonché Presidente Onorario, ed in considerazione della mia esperienza clinica, da sempre dedicata nella sostanza, a tutti gli aspetti clinici dell’Andrologia, ho lavorato per disegnare, nell’ambito di questo convegno, un percorso organico, moderno e realistico, dedicato alle esigenze dell’uomo moderno,nel quale la trattazione scientifica, sia di natura medica che chirurgica o psicologica, si possa apprezzare, sviluppare ed intersecare, partendo da un contesto filo-antropologico, così da poter attirare e conquistare il coinvolgimento concreto e creativo di tutti i partecipanti.
Lo stesso format, davvero originale, orientato sulla discussione come premessa all’approfondimento, prevede che il tema dell’Andrologia, si confronti in ogni sessione del Congresso con entità distinte, molto attuali e riconoscibili nella quotidianità, generando sistematicamente un fervido confronto tra le diverse esperienze, e che a tale dibattito sugli elementi scientifici emersi nelle diverse tematiche, venga dedicata buona parte del tempo a disposizione.