Il calo del desiderio è il disturbo sessuale che più di ogni altro compromette l’attività sessuale e la vita relazionale della persona.
La deficienza o l’assenza di fantasie sessuali e desiderio possono essere fonte di sofferenza, stress o problemi relazionali.
I fattori che più frequentemente si associano e/o possono causare un calo del desiderio sono di ordine individuale, relazionale, intrapsichico o organico.
Convinzioni religiose, disturbi dell’identità di genere o di scelta dell’oggetto sessuale, fobie sessuali, timore di perdere il controllo, paura della gravidanza, sindrome del vedovo, preoccupazione per l’invecchiamento, stress e affaticamento sono tutti fattori individuali capaci di influenzare il decorso della patologia, interferire con i trattamenti o esacerbare i sintomi della condizione patologica.
I fattori relazionali scatenanti più frequenti sono riconducibili alla presenza di disturbi sessuali (HSDD, anorgasmia, menopausa, etc.) o scarse abilità sessuali del partner. In questi casi le ritrosie del partner determinate da un impedimento fisico come il dolore durante in rapporto dovuto a patologie come la dispareunia o l’atrofia vulvo vaginale possono essere vissute come rifiuto o scarso interesse. Cosicchè i continui “no”riducono la convinzione di efficacia sessuale e di autostima del maschio. Inoltre, la paura di essere rifiutati unita alla paura di poter procurare dolore al proprio partner creano sempre più distanza inibendo il desiderio e favorendo la comparsa del disturbo.
Tra i fattori intrapsichici, la presenza di frequenti litigi all’interno della coppia e tensioni familiari associati a sentimenti d’ostilità, di risentimento o rabbia possono contribuire alla riduzione della libido nel maschio.
Anche problemi legati all’attività lavorativa (impegni pressanti o scarsa gratificazione con relativa astenia psichica o frustrazione) possono contribuire al disturbo.
Per quanto riguarda i fattori organici essi hanno un effetto rilevante sul controllo del desiderio sessuale.
Alcune malattie psichiatriche, quali la depressione, impediscono di esprimere il desiderio sessuale in modo adeguato.
A livello endocrino bassi livelli di testosterone o alti livelli di prolattina sono causa di riduzione della libido nel maschio. Un’altra patologia endocrina associata al calo del desiderio è l’ipotiroidismo (Carani et al., 2005).
Diverse categorie di farmaci sono state associate alla presenza di un disturbo del desiderio.
Tra questi, gli antidepressivi serotoninergici, e in particolare gli inibitori del riassorbimento della serotonina (SSRI).
Il disturbo del desiderio può inoltre essere presente in numerose patologie croniche sistemiche come l’insufficienza renale, le epatopatie croniche, le malattie ematologiche, l’AIDS (Meuleman et al., 2005). In questo caso l’origine del problema è multifattoriale, per la congiunta presenza di fattori ormonali e di problemi relazionali e intrapsichici, relativi al deterioramento della qualità di vita.
È utile ricordare che il disturbo del desiderio può essere dovuto ad un corollario di altre disfunzioni sessuali, quale ad esempio la disfunzione erettile (DE) e i problemi eiaculatori (Meuleman et al., 2005). Si tratta in questi casi, probabilmente, di una reazione evasiva, messa in atto per ridurre l’ansia da prestazione che il problema sessuale comporta, destinata alla risoluzione del sintomo scatenante.
In questi casi accanto alla farmacoterapia è necessario uno spazio di intervento psicosessuologico di sostegno al paziente che gli permetta di superare il problema, anche in tempi brevi, e alla coppia che consenta la rielaborazione delle ripercussioni emotive causate dal disagio sessuale.