Vasectomia

CONTRACCEZIONE AL MASCHILE

Tra medici confusi e pazienti disorientati, la vasectomia continua a non trovare spazio in Italia.

La vasectomia, metodo di contraccezione maschile diffuso in tutto il mondo, rimane un argomento tabù in Italia. E così, tra vasectomie clandestine e turismo contraccettivo, il Bel Paese continua ad essere fanalino di coda in tema di contraccezione al maschile. Per questo motivo, nell’ambito delle iniziative volte a diffondere la cultura andrologica, l’Associazione Andrologi Italiani, intende dedicare ampio spazio al tema della contraccezione maschile informando la classe medica ed i pazienti riguardo questa poco diffusa, ma semplice e sicura, opportunità contraccettiva.

Parlando di contraccezione si tende sempre a pensare solo al femminile, parlando di pillola, spirale o legature delle tube. La sterilizzazione maschile, però, pur essendo molto meno diffusa, è considerata in assoluto il metodo più efficace e sicuro tra i rimedi contraccettivi a lungo termine. L’intervento è molto semplice e consiste nell’interruzione dei dotti deferenti dell’uomo, strutture in cui viaggiano gli spermatozoi prima di mescolarsi al liquido seminale al momento dell’eiaculazione. Dopo l’intervento, la coppia che sceglie responsabilmente questa forma di contraccezione definitiva, è definitivamente al riparo da gravidanze indesiderate, mantenendo comunque inalterata la funzione ed il piacere sessuale.
L’entità del fenomeno – La sterilizzazione chirurgica rappresenta, sia per l’uomo sia per la donna, uno dei metodi contraccettivi più diffusi nel mondo. Solo negli Stati Uniti circa 4 milioni di uomini e 10 milioni di donne si sono sottoposti ad intervento di sterilizzazione.Le stime mondiali parlano di oltre 60 milioni di uomini sterilizzati e del 5% delle coppie in età riproduttiva che hanno scelto questo metodo di contraccezione definitivo. In particolare, la pratica della vasectomia è molto diffusa in Nuova Zelanda (23%), Stati Uniti, Olanda, Corea del Sud (11%), Australia (10%), Cina (8%), India e Gran Bretagna (7%), e i più favorevoli sono gli uomini fra i 35 e i 45 anni di età. Negli USA circa 500.000 uomini, ogni anno si sottopongono ad intervento di sterilizzazione chirurgica, mentre in Cina, dove la popolazione rappresenta un quinto di quella mondiale, oltre il 50% delle coppie ha un partner sterilizzato con un rapporto uomo/donna di 5 a 1.

Il Caso italiano

In Italia il ricorso alla vasectomia è molto limitato rispetto ad altri Paesi europei ed è soprattutto svantaggiato dall’assenza di linee guida e di una legislazione chiara in merito. Inoltre, così come avviene nei Paesi a forte maggioranza cattolica, l’accostamento della medicina ai meccanismi riproduttivi dell’uomo viene troppo spesso letto come un’interferenza con la natura, con tutte le complicazioni etiche che ne derivano. Secondo i dati raccolti da Giovanni Andrea Coppola del Centro di Medicina e Biologia della Riproduzione Umana Tecnomed di Nardò,coautore di un dettagliato studio italiano sull’argomento, in termini numerici è difficile stabilire la reale incidenza di vasectomie nel nostro Paese. Abbiamo numeri precisi, ma certamente non corrispondenti alla realtà.Secondo i dati presentati nello studio – condotto in collaborazione con la Sezione di Microchirurgia Andrologica della Fabia Mater di Roma – in Italia dal 1999 al 2005, sono stati eseguiti 653 ricoveri per sterilizzazione maschile, 1.717 interventi di vasectomia e 397 procedure di sterilizzazione dell’uomo. Accanto a questi numeri ufficiali, però, bisogna considerare che esiste un sommerso molto difficile da quantificare. Parliamo di vasectomie eseguite clandestinamente, mascherate sotto altre procedure chirurgiche. Ed esiste anche il fenomeno del turismo contraccettivo. Sebbene in Italia vi siano specialisti che affrontano con serietà questo tema, abbiamo notizie di molti uomini che, non avendo trovato riscontri alla richiesta di sterilizzazione, hanno preferito varcare il confine. Per gli italiani la Svizzera rappresenta la meta preferita. Seguono l’Inghilterra e la Spagna. Tutto questo avviene per il timore, del tutto infondato ed ingiustificato da parte dei medici italiani, che si tratti di procedure fuori legge. Permane infatti l’opinione comune che tale pratica determini una menomazione fisica del soggetto e che il medico che la esegue sia passibile penalmente. Ma così non è. Dopo l’abrogazione avvenuta nel 1978 della norma che proibiva espressamente la contraccezione e la sterilizzazione chirurgica, e grazie alla legittimità della vasectomia sancita da numerose sentenze giuridiche, oggi la giurisprudenza italiana ritiene la sterilizzazione maschile una procedura pienamente lecita, sempre che questa venga eseguita previa volontaria e documentata autorizzazione del paziente.

Come funziona
La vasectomia è un intervento di semplice esecuzione, sicuro e poco traumatico. Si esegue in anestesia locale attraverso una piccolissima incisione e dopo qualche ora si ritorna a casa con un cerottino posto ai lati della sacca scrotale.Il Prof. Valerio D’Orazi – Ricercatore in Chirurgia Generale dell’Università Sapienza di Roma e Responsabile della Sezione di Microchirurgia Andrologica della Casa di Cura Fabia Mater di Roma – sottolinea, però, che l’uomo non diventa sterile immediatamente dopo l’intervento. Il risultato definitivo si ottiene dopo circa 90 giorni e deve essere confermato da almeno 3 spermiogrammi di controllo. Durante questo lasso di tempo è opportuno adottare metodi contraccettivi ausiliari.

E chi ci ripensa?
È stato osservato che circa il 10% dei soggetti sottoposti a vasectomia, per cause diverse, come ad esempio una nuova relazione sentimentale, decide di tornare indietro, richiedendo la ricanalizzazione dei deferenti. A differenza di quanto si possa immaginare, tecnicamente la vasectomia non è irreversibile. Per poter recuperare la fertilità è necessario sottoporsi ad un intervento in tecnica microchirurgica di vaso-vasostomia che consente di ricostruire il dotto deferente sezionato, ricreando un passaggio naturale agli spermatozoi. Le percentuali di successo variano a seconda della tecnica di vasectomia utilizzata e in relazione al tempo trascorso dalla procedura di sterilizzazione. Più il tempo passa, più si verificano degenerazioni strutturali dei deferenti che creano condizioni sfavorevoli alla ricanalizzazione. Nel corso di questi interventi di microchirurgia ricostruttiva, quindi, è consigliabile effettuare un prelievo di spermatozoi dal testicolo da crioconservare in una banca del seme. Questo accorgimento permette alla coppia di tentare eventuali tecniche di procreazione assistita qualora l’intervento microchirurgico dovesse fallire.

Un po’ di storia: da punizione ad anticoncezionale
Le differenti tipologie di sterilizzazione esistenti sono distinguibili principalmente in base alla loro finalità. La storia ha spesso documentato il ricorso a forme di sterilizzazione effettuate non per esigenze cliniche o contraccettive, ma inflitte sulla base di diverse motivazioni. Nel passato il termine “sterilizzazione” evocava atrocità e punizioni; si ha notizia di interventi di sterilizzazione punitiva inflitta ai prigionieri politici, comminata come pena verso persone colpevoli di delitti sessuali o prescritta come prevenzione contro criminali recidivi ritenuti pericolosi per la società. Nel 1899, Albert Ochsner, futuro chirurgo all’Università dell’Illinois, pubblicò un articolo dal titolo Surgical Treatment of Habitual Criminals, in cui elencava i benefici che la società avrebbe tratto dalla sterilizzazione dei criminali mediante vasectomia. Nella storia più recente, si è poi registrato il ricorso ad una forma di sterilizzazione detta “eugenica” il cui scopo era il miglioramento della razza e che è stata condannata come crimine contro l’umanità. La sterilizzazione curativa o terapeutica, tesa cioè a salvaguardare la salute del soggetto, non ha mai suscitato particolari problemi di natura etica. Inoltre, quando il fine perseguito è la regolazione delle nascite o l’impedimento della generazione non dettati da ragioni terapeutiche, si parla di sterilizzazione contraccettiva o anticoncezionale. Quest’ultima è una pratica piuttosto recente che ha cominciato a diffondersi a partire dagli anni ’50 del secolo scorso e si è andata estendendo sempre più rapidamente negli ultimi decenni. Alcuni Stati e organizzazioni internazionali hanno utilizzato questo atto medico per contenere l’incremento demografico in Paesi con elevati tassi di natalità, rendendo questa modalità di sterilizzazione particolarmente diffusa nel sud del mondo, come successe per esempio in India negli anni ’70.